
Nei giorni scorsi, sulle pagine e sui siti dei principali quotidiani, sono stati pubblicati vari articoli contenenti le attestazioni di solidarietà della classe politica alla ministra Meloni, oggetto di una satira particolarmente feroce.
Perchè parlarne ancora?
Perchè è paradigmatica di come internet abbia cambiato il nostro modo di informarsi e questo non sia stato ancora compreso dalla classe politica. L'ultimo indice di una democrazia di un paese, qualsiasi governo o regime lo comandi, è la libera circolazione dell'informazione e la possibilità per chiunque di accedervi. La vicenda è per questo esemplare.
I fatti. Da un po' di tempo il vignettista Alessio Spataro ha preso di mira per la sua satira la ministra Giorgia Meloni, soprannominata dapprima Mecojoni e poi Ministronza. La cosa passa abbastanza inosservata, senonchè, in occasione della presentazione a Lucca Comics della raccolte delle vignette dal titolo "La ministronza", qualcuno se ne accorge. Il secolo d'Italia, quotidiano di destra, denuncia la greve e offensiva satira di Spataro. Il mondo politico, bipartisan, condanna il vignettista.
Embè, direte voi?
Una quindicina d'anni fa una notizia del genere avrebbe avuto il suo bel trafiletto, la solidarietà del mondo politico, una denuncia per diffamazione, un solerte pretore avrebbe ordinato il sequestro del libro e tutto sarebbe finito lì, senza che la gente capisse granchè.
Oggi, grazie al web, non è più così. Chi si è incuriosito a leggere l'articolo del Corriere della Sera, o più modestamente questo post, basta che apra google digiti "ministronza" e veda con i propri occhi le strisce satiriche incriminate.
Satira pesante, per carità, citando il Secolo d'Italia «la ministronza parla in greve dialetto romano, non si lava, passa tutto il tempo parlando con topi e facendo sesso con suoi ammiratori dediti a perversioni dannunziane». Sarà perchè noi siamo abituati al Vernacoliere ma non mi sembra niente di scandaloso.
Il risultato del j'accuse del Secolo e della solidarietà bipartisan? La satira di Spataro è uscita dalla semiclandestinità di un blog per arrivare alla ribalta nazionale, centinaia di migliaia di cyberutenti hanno visionato le vignette, il libro ha avuto una pubblicità, gratuita, che non si sarebbe mai potuto permettere. Tutta l'Italia sa che la Meloni è soprannominata da qualcuno la Ministronza. Grazie della solidarietà colleghi!
Comunque, non si abbatta troppo la Meloni, almeno qualcuno si è accorto che siede anche lei al Consiglio dei Ministri. Mecojoni!
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