domenica 22 novembre 2009

C'è del marcio

Un politico rampante con un vizio inconfessabile. Un trio di carabinieri ricattatori. Il pappone morto di overdose. La trans uccisa e il suo pc immerso nell'acqua. Sembra la terza di copertina di un romanzo di Camilleri, che, spesso, intreccia con maestria politica, vizi e intrighi. Sono invece gli elementi, reali, del caso Marrazzo. Nel giro di poche settimane la vicenda ha smesso di essere un esercizio di prouderie per divenire un inquietante intreccio che non sappiamo dove può condurre.
Squarciato il velo della carta patinata del gossip, è venuto alla luce un rivoltante verminaio. Chi ha teso la trappola a Marrazzo, confidando sul suo vizio? Chi ha indotto i tre carabinieri a ricattarlo? Chi ha ucciso il protettore delle trans? Chi ha ucciso Brenda? Cosa sapeva? Cosa conteneva il pc che l'assassino ha tentato di distruggere?
Domande, per ora senza risposta. Se fosse opera di Camilleri, a pagina 100 Montalbano comincerebbe a ricomporre il puzzle. Non so se la verità ci verrà mai rivelata. Ma una cosa è certa: credo che non abbiamo neanche lontanamente idea del marcio in cui sguazza il nostro paese.

venerdì 20 novembre 2009

Il ritorno in città - Capitolo 3 - La punto bordeaux


140.000 chilometri. 12 anni di onorato servizio. Ci ha condotti a Parigi, in giro per mezza Francia, a Vienna, a Salisburgo per l'eclissi di sole del '99. Ha portato a casa dopo la nascita Julie e Jael. E poi tanto onesto avanti e indietro solcando le strade della Lucchesia e della Toscana. Ma ora non ce la fa proprio più.
E' la nostra Fiat Punto rosso bordeaux. Anche lei aspetta con ansia il ritorno in città. Quel giorno non avremo più bisogno della seconda macchina e potrà godersi la meritata pensione. Negli ultimi tre anni le son stati cambiati così tanti pezzi che ora è più rifatta della Parietti.

Questa estate sapeva di dover macinare gli ultimi chilometri e così decise che l'aria condizionata era un lusso che non si poteva chiedere ad una quasi pensionata. Io sopportavo il caldo, visto l'auspicato, imminente, trasloco. Poi le settimane passavano, il ritorno in città una chimera, ed ogni volta che mi mettevo alla guida era una sauna non gradita. Ai primi di settembre, stanco di sudare come un cammello, decisi di far riparare l'aria condizionata. Alcune settimane e arriva l'autunno e con esso quell'umidità che ti appanna il vetro, sopratutto al mattino e alla sera.
E la cara vecchia Punto, di colpo, decide che può fare a meno del riscaldamento. Così, per evitare l'ennesima riparazione e per riuscire a vedere qualcosa guidando, sono costretto ad utilizzare l'aria condizionata. Con il risultato che il vetro è perfettamente pulito e asciutto ma ogni tragitto assomiglia ad una traversata nella Siberia più profonda.

Ancora poche centinaia di chilometri, piccola Punto. Coraggio, il ritorno in città si avvicina.

mercoledì 18 novembre 2009

Memoria e desiderio


L'amica Sara M., visto il nome di questo blog, mi suggerisce alcuni versi di Thomas Eliot, premio Nobel per la letteratura nel 1948. E' l'incipit di La terra desolata, che, con piacere, posto.

Aprile è il mese più crudele, generando
Lillà dalla terra morta, mischiando
Memoria e desiderio, eccitando
Spente radici con pioggia di primavera.

L'acqua è vita



Bere, lavare, cucinare. L'acqua è vita.
E la vita non si può privatizzare e quotare in borsa.
Il decreto legge che il parlamento sta per approvare è devastante poichè sottrae alla collettività la gestione del bene pubblico più importante.
Cedere il controllo dell'acqua ad una oscura società per azioni, magari gestita da manager senza scrupoli è un attentato alla vita, alla salute e alla libertà di tutti.
Diciamo no, in tutte le forme possibili, all'ennesimo scempio perpetrato ai danni della nostra società. Prima che a qualcuno venga in mente di privatizzare anche l'aria che respiriamo.

martedì 17 novembre 2009

Il ritorno in città - Capitolo 2 - L'idraulico


Alzi la mano chi, affrontando una ristrutturazione, è giunto al termine dei lavori senza doversi incazzare come una scimmia urlatrice con uno tra muratore, idraulico, elettricista e falegname.
La mia nemesi è l'idraulico. Il ritardo del ritorno in città è, per buona parte, responsabilità sua.
Come molti nutro una malcelata insofferenza verso chi per due giornate di lavoro ti chiede in pagamento l'equivalente di una mensilità di stipendio. Insofferenza che porta a dire "echecacchio, lo faccio anch'io l'eletticista!" (poi però rimembro le mie difficoltà nel collegare la tv al decoder e al lettore dvd e tutto finisce lì).
Stavolta però tutto è suffragato dalla devastante incapacità dell'idraulico. Come definire altrimenti l'opera di un soggetto che per ben due volte, è riuscito a forare con il trapano le tubature che lui stesso aveva installato? E che dire della dichiarazione di conformità dell'impianto del gas che ha certificato e che poi si è rivelata falsa dal momento che il tecnico della Gesam verificò una perdita? E come tacere, tra le altre cose, del bidet montato a soli dieci centimetri dal muro rendendolo inutilizzabile a meno di non specializzarsi in acrobazie ginniche di rara difficoltà?
Oggi, al culmine di una mattinata non proprio tranquilla in ufficio, nel pieno del pranzo, l'idraulico mi chiama per chiedere il pagamento del saldo. Mai richiesta fu più inappropriata, e gli astanti del bar hanno assistito ad un mio rarissimo attacco d'ira. E' veramente spiacevole dover arrivare a tanto, davvero, ma non pagare è l'unica arma a disposizione per difendersi da questo idraulico, che come da barzelletta, non capisce un tubo. Ora ne abbiamo ingaggiato uno nuovo per rimediare ai danni del precedente. Al confronto sembra l'Einstein dell'idrualica. Nonostante tutto il ritorno in città si avvicina.

lunedì 16 novembre 2009

Il ritorno in città - Capitolo 1 - Prologo

Quattro anni e sei mesi. Non è una pena detentiva ma è il tempo da cui io e famiglia, salvo un paio di rentrèe temporanee, attendiamo di tornare ad abitare in città, tra le care, vecchie e rassicuranti Mura.
Quattro anni passati nella campagna di Pieve San Paolo sono abbastanza e così, quando ad Aprile scorso iniziano i tanto agognati lavori di ristrutturazione della casa che fu di mia nonna, iniziamo il conto alla rovescia. Con il passare dei mesi la fine dell'esilio appare vicina, il traguardo a portata di mano,
In realtà il ritorno in città è una fottuta strada infernale lastricata di buone intenzioni.
Dal bancario all'Ikea, passando per l'idraulico e il muratore, ognuno ci ha messo del suo per ritardare il rientro. E così da tre mesi viviamo in mezzo ad una serie di scatoloni che, ottimisticamente, avevamo iniziato a preparare sin da agosto.
Suddivisa in capitoli, sfalzati temporalmente come in un film di Tarantino, ecco una breve cronaca di questo trasloco in stand by. Se un giorno dovrete affrontare una ristrutturazione e un trasloco, fate tesoro di quanto scritto...

venerdì 13 novembre 2009

La ministronza


Nei giorni scorsi, sulle pagine e sui siti dei principali quotidiani, sono stati pubblicati vari articoli contenenti le attestazioni di solidarietà della classe politica alla ministra Meloni, oggetto di una satira particolarmente feroce.
Perchè parlarne ancora?
Perchè è paradigmatica di come internet abbia cambiato il nostro modo di informarsi e questo non sia stato ancora compreso dalla classe politica. L'ultimo indice di una democrazia di un paese, qualsiasi governo o regime lo comandi, è la libera circolazione dell'informazione e la possibilità per chiunque di accedervi. La vicenda è per questo esemplare.
I fatti. Da un po' di tempo il vignettista Alessio Spataro ha preso di mira per la sua satira la ministra Giorgia Meloni, soprannominata dapprima Mecojoni e poi Ministronza. La cosa passa abbastanza inosservata, senonchè, in occasione della presentazione a Lucca Comics della raccolte delle vignette dal titolo "La ministronza", qualcuno se ne accorge. Il secolo d'Italia, quotidiano di destra, denuncia la greve e offensiva satira di Spataro. Il mondo politico, bipartisan, condanna il vignettista.
Embè, direte voi?
Una quindicina d'anni fa una notizia del genere avrebbe avuto il suo bel trafiletto, la solidarietà del mondo politico, una denuncia per diffamazione, un solerte pretore avrebbe ordinato il sequestro del libro e tutto sarebbe finito lì, senza che la gente capisse granchè.
Oggi, grazie al web, non è più così. Chi si è incuriosito a leggere l'articolo del Corriere della Sera, o più modestamente questo post, basta che apra google digiti "ministronza" e veda con i propri occhi le strisce satiriche incriminate.
Satira pesante, per carità, citando il Secolo d'Italia «la ministronza parla in greve dialetto romano, non si lava, passa tutto il tempo parlando con topi e facendo sesso con suoi ammiratori dediti a perversioni dannunziane». Sarà perchè noi siamo abituati al Vernacoliere ma non mi sembra niente di scandaloso.
Il risultato del j'accuse del Secolo e della solidarietà bipartisan? La satira di Spataro è uscita dalla semiclandestinità di un blog per arrivare alla ribalta nazionale, centinaia di migliaia di cyberutenti hanno visionato le vignette, il libro ha avuto una pubblicità, gratuita, che non si sarebbe mai potuto permettere. Tutta l'Italia sa che la Meloni è soprannominata da qualcuno la Ministronza. Grazie della solidarietà colleghi!
Comunque, non si abbatta troppo la Meloni, almeno qualcuno si è accorto che siede anche lei al Consiglio dei Ministri. Mecojoni!

giovedì 12 novembre 2009

Perchè



Perchè un blog?

Scrivere è sempre stata una passione. A scuola, sia con i temi che nei giornalini d'istituto. Dopo, in quella palestra che è stata la fantastica esperienza dell'associazione Progetto Iride (qualcuno la ricorda?). E poi in racconti che talvolta ritrovo sparsi qua e là in vecchie agende. Infine con l'avvento delle email che, paradosso della modernità, hanno resuscitato gli scambi epistolari.
Ecco cosa sarà Aprile: un libero e anarchico sfogo narrativo di un contabile letterato mancato. Scrivere per raccontare, ricordare, commentare, comunicare su tutto ciò che mi scorre davanti. Sia esso uno squarcio di vita quotidiana, un fatto, un film, una notizia.

Perchè Aprile?
Aprile è la primavera. Aprile è la rinascita. Aprile è il film di Nanni Moretti. Aprile del 1996 fu la speranza di un'Italia diversa. Spezzata.